sabato 21 settembre 2013

Bilancio AS Bari 2012: una serie di problemi da risolvere.



Luca Marotta

Premesso che il Bilancio d'esercizio è uno strumento di comunicazione di informazioni di carattere economico, finanziario e patrimoniale nei confronti di una molteplicità di soggetti che in vario modo sono interessati agli andamenti aziendali e che si collocano sia all’interno dell’azienda sia all’esterno di essa, i Tifosi di Calcio, sono certamente  "soggetti interessati" all'andamento aziendale della propria squadra, anche in considerazione delle norme sul Fair Play Finanziario.
Il bilancio chiuso al 31.12.2012 della società “Associazione Sportiva Bari S.p.A.”, presenta una perdita d'esercizio di Euro 11.997.064 ed un patrimonio netto deficitario per Euro 11.068.710 che pone la società nelle condizioni di cui all'art. 2447 del codice civile, ossia riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale.
Il bilancio 2012 riflette i dati di due stagioni sportive: il secondo semestre della stagione 2011/2012, e il primo semestre del campionato di Serie B 2012/2013.
A causa della “responsabilità oggettiva” il Bari è stato coinvolto nello scandalo "calcio scommesse" che, secondo gli amministratori, ha provocato delle pesanti ripercussioni anche sotto il profilo economico: alcuni sponsor come la "Banca Popolare di Bari" e "Radionorba" hanno risolto il contratto e sono stati rimpiazzati soltanto dal secondo sponsor "Fashion District". Inoltre, la squalifica comminata al calciatore Andrea Masiello ha determinato un onere da compartecipazione di € 3,5 milioni.
Dalla lettura del bilancio emergono chiaramente una serie di problemi da risolvere. Nonostante la presenza nelle attività di un marchio valutato circa 18 milioni, non sembra di leggere un bilancio di una società “market oriented”: la parole “merchandising” e/o “retail” non ricorrono spesso o affatto. Per stessa ammissione degli amministratori l’unica fonte "realistica" di ricavo, che possa far fronte ai costi, è il calcio mercato.
La Proprietà.
La Società fa capo al gruppo FINBA S.p.A. ed è direttamente controllata dalla SALVATORE MATARRESE S.p.A., operante nel settore delle costruzioni civili ed industriali, con una struttura specializzata prevalentemente nella realizzazione di opere pubbliche.
Il Problema della Continuità aziendale.
Nella Relazione sulla Gestione gli amministratori fondano il requisito della continuità aziendale sul sostegno economico e finanziario garantito dalla controllante, che ha manifestato la disponibilità a rinunciare ai propri crediti (anche riferiti ad anticipazioni erogate nel corso del 2013), accollarsi debiti, e fronteggiare eventuali sopravvenienze almeno sino all'iscrizione al campionato 2014/2015. La stessa relazione indica quali sarebbero gli effetti sul patrimonio netto nel caso in cui tale sostegno dovesse venir meno. Secondo gli amministratori il venir meno del supporto della proprietà, ad oggi non prevedibile, comporterebbe significative rettifiche ai valori dell'attivo di bilancio rappresentati dal marchio, iscritto per circa Euro 18,7 milioni, dai diritti pluriennali alle prestazioni professionali dei calciatori ed altre immobilizzazioni immateriali, iscritti per circa Euro 7,3 milioni, ed alle immobilizzazioni finanziarie (compartecipazioni calciatori) iscritte per Euro 2 milioni circa.
Il Collegio Sindacale ha ritenuto necessarie ulteriori condizioni per il permanere del requisito della continuità aziendale. Tali condizioni sono:
1) l'iscrizione al campionato nazionale di serie B (2013/2014);
2) la integrale copertura della perdita di bilancio;
3) la ricostituzione del capitale sociale nei limiti di legge;
4) il rispetto del piano finanziario previsionale con indicatori economici e reddituali in equilibrio;
5) il puntuale rispetto delle rateazioni con l'Amministrazione Finanziaria.
Nella sostanza il supporto del socio di maggioranza è alla base del presupposto della continuità aziendale, ma è da sottolineare il passaggio in cui gli amministratori evidenziano che il venir meno del sostegno da parte del socio di maggioranza, ad oggi “non è prevedibile”.

Il problema della risoluzione contratto con la correlata Servizi Sportivi S.r.l. 
A causa dell'inadempimento della società correlata “Servizi Sportivi S.r.l.”, in data 10 dicembre 2012 si è concordato di procedere alla risoluzione del contratto del 31 marzo 2010 con la conseguente retrocessione a favore della AS Bari S.p.A. del marchio "AS Bari". Le due società hanno definito le reciproche ragioni di credito/debito, con ulteriore accollo da parte dell’“Associazione Sportiva Bari S.p.A.” di alcune passività. Inoltre, l’“Associazione Sportiva Bari S.p.A.” è tornata nella piena disponibilità del marchio aziendale.
Il valore del marchio iscritto tra le attività ha comportato le seguenti operazioni: rinuncia al credito per compensazione per 11.938 migliaia di Euro; accollo debiti vs Salvatore Matarrese per 1.817 migliaia di Euro; accollo debiti vs Master Group (193 migliaia di Euro; accollo debito vs Banca Popolare di Bari per 4.742 migliaia di Euro; conguaglio riconosciuto a Servizi Sportivi per 150 migliaia di Euro. Per un totale di 18.840 migliaia di Euro.
In base alla risoluzione contrattuale, l'AS Bari S.p.A. ha provveduto a iscrivere il marchio tra le immobilizzazioni immateriali, nella misura del valore determinato come descritto sopra. Nella Relazione sulla Gestione si legge che tale importo è stato adeguato ad un valore da perizia di stima determinato da un esperto indipendente a fine novembre 2012, inferiore di circa Euro 80 mila. Gli amministratori evidenziano che la retrocessione del marchio porterà benefici in termini patrimoniali, finanziari ed economici, che sarebbero i seguenti:
1)      la AS Bari S.p.A. si libera dall'onere economico e finanziario del canone di Euro 1 milione annui riconosciuto alla Servizi Sportivi per l'utilizzo del marchio;
2)      la AS Bari S.p.A. realizza senza perdite il credito di Euro 12.500 mila non ancora incassato alla data della risoluzione;  
3)      la AS Bari S.p.A. beneficerà dei vantaggi economici del contratto in essere con la Master Group Sport S.r.l. relativi alle attività pubblicitarie e di merchandising legate allo sfruttamento commerciale del marchio.
Inoltre, secondo gli amministratori, la riunificazione del marchio alla gestione “rende più agevole la valorizzazione della società nell'ottica di una possibile cessione della stessa da parte dello stesso attuale azionista di controllo”.
Il Problema del rischio connesso all'iscrizione al campionato.
L’“Associazione Sportiva Bari S.p.A.” per iscriversi al campionato di Serie B per la stagione calcistica 2013-2014, doveva rispettare le condizioni previste dalla normativa federale che sono le seguenti:
1) rapporto PA, ossia rapporto tra patrimonio netto e totale attivo, non inferiore all'indice 0,10;
2) essere in regola con taluni adempimenti fiscali e previdenziali;
3) essere in regola con la corresponsione delle retribuzione al personale.
Il mancato rispetto dei suddetti ed altri parametri e la conseguente mancata iscrizione al campionato comporta un evidente rischio di continuità aziendale con le ovvie conseguenze.
L’“Associazione Sportiva Bari S.p.A.” è riuscita ad iscriversi al campionato di Serie B per la stagione calcistica 2013-2014.
Il problema del rapporto con il Comune di Bari.
Nel corso dell'esercizio 2011, l’“Associazione Sportiva Bari S.p.A.” ha sottoscritto una transazione con il Comune di Bari per risolvere un vecchio contenzioso per alcuni canoni di affitto degli impianti sportivi, la cui operatività, alla data della Relazione sulla Gestione, non risulta ancora ratificata. Nella Relazione sulla Gestione, si legge che secondo gli amministratori, allo stato attuale, non è possibile prevedere se e quando la stipula della stessa transazione possa avere efficacia. Nel bilancio è iscritta tra i fondi per rischi ed oneri, già da precedenti esercizi, una passività di circa Euro 1,2 milioni. Gli stessi amministratori della società di calcio evidenziano che sono in essere tre distinti contenziosi con l'Amministrazione Comunale per la gestione dello Stadio della Vittoria e dello Stadio San Nicola.
Il primo contenzioso riguarda lo Stadio della Vittoria ed è inerente il pagamento del corrispettivo per la concessione in uso dello Stadio, mentre la società di calcio chiede i danni per la riduzione della capienza dello Stadio.
Il secondo contenzioso riguarda lo Stadio San Nicola ed è inerente il pagamento del corrispettivo per la concessione in uso dello Stadio e il rimborso dei consumi, mentre la società di calcio chiede il rimborso delle spese di manutenzione.
Il terzo contenzioso riguarda il canone di manutenzione dello Stadio San Nicola.
Secondo gli amministratori, la sottoscrizione definitiva dell'accordo di transazione, oltre al pagamento della somma accantonata nei fondi rischi, “comporterebbe l'apertura di trattative per il riconoscimento dei crediti vantati dalla Società nei confronti del Comune stesso, per lavori straordinari effettuati da tempo sullo Stadio San Nicola.”
Il problema dei debiti Tributari.
Il bilancio 2012 del Bari evidenzia 23,2 milioni di Euro di debiti Tributari, pari al 55% del totale dell’attivo.
Per quanto concerne i contenziosi fiscali ed i rapporti con l'Amministrazione Finanziaria, nel corso del 2012 si è proceduto ad aderire nuovamente all'istituto della rateizzazione dei debiti tributari.
Risultano rateizzati 19,8 milioni di debiti tributari. 
In bilancio sono esposti i seguenti debiti oggetto di rateizzazione:
• IVA 2009, 2010, 2011 e 2012 per un totale debito residuo al 31 dicembre 2012 pari ad Euro 9.312 mila;
• IRAP 2009, 2010 e 2011 per un totale debito residuo al 31 dicembre 2012 pari ad Euro 3.725 mila;
• Irpef 2011 e 2012 per un totale debito residuo al 31 dicembre 2012 pari ad Euro 6.731 mila.
Nella Relazione sulla Gestione datata 28 maggio 2013 è scritto: “Alla data della presente relazione risultano non pagate le rate scadenti ad aprile 2013 in quanto la Società intende beneficiare della possibilità di provvedere al pagamento delle rate scadute e non pagate entro la scadenza di quella successiva. Nel dettaglio segnaliamo che le scadenze imminenti già stabilite per il pagamento delle rate scadute ad aprile, sfruttando le possibilità del Decreto Monti, sono le seguenti:
- 1 luglio 2013 — IVA e IRAP 2010 per un totale complessivo di circa Euro 312 mila, a cui vanno aggiunte le sanzioni e gli interessi da ravvedimento operoso;
- 31 luglio 2013— IVA 2009 e 2012, IRAP 2009, IRPEF 2011 e 2012 per un totale complessivo di circa Euro 556 mila, a cui vanno aggiunti le sanzioni e gli interessi da ravvedimento operoso.”
La questione della rateizzazione dei debiti tributari non è nuova nel mondo del calcio. Ultimamente nel caso del Genoa si sono vericate anche delle conseguenze sotto altri profili.
Il problema del piano di ristrutturazione
Secondo gli Amministratori, la retrocessione in Serie B, ha imposto la risoluzione di due problemi: la “drastica” riduzione dei costi e la ristrutturazione del debito finanziario.
All’uopo è stato elaborato un piano di ristrutturazione. In base al piano, il monte stipendi destinato ai calciatori, misurato per stagione sportiva si è ridotto, nella stagione sportiva 2011/12, di circa il 60% rispetto alla stagione sportiva precedente e, nel campionato 2012/13. si è ulteriormente ridotto del 45% rispetto al campionato 2011/12.
In effetti, confrontando i dati di bilancio, che sono per anno solare, il costo del personale si è ridotto da 34 milioni di Euro del 2010 a € 10,7 milioni del 2012.
Sempre secondo gli amministratori, si sarebbe potuto ottenere un risultato migliore, se non si fosse infortunato il calciatore franco-algerino Ghezzal Abdelkader.
La vicenda del calcio scommesse ha nuociuto al piano per il discorso della compartecipazione di Masiello con l’Atalanta, che ha determinato un costo di 3,5 milioni di Euro. Inoltre, gli amministratori hanno evidenziato che oltre al danno subito, gli organi federali hanno imposto il pagamento delle competenze maturate dal calciatore e che erano state sospese.
Nella Relazione sulla Gestione si legge che la Direzione della società è impegnata a trovare una soluzione alle oggettive difficoltà finanziarie, a rafforzare la struttura patrimoniale della società e a garantire un equilibrio economico della gestione, anche in linea con le disposizioni UEFA e di Leqa sul cd. "fair play finanziario".
La Gestione economica.



Per stessa ammissione degli Amministratori, sul versante dei ricavi l'unica fonte "realisticamente" sfruttabile è quella del "calcio mercato", che però, durante il 2012, non ha prodotto entrate così significative da colmare il divario tra costi e ricavi. Inoltre, nel campionato di Serie B, le entrate da sponsorizzazioni, biglietteria allo stadio e proventi audiovisivi si sono ridotte in modo molto significativo.
Bisogna evidenziare, come scrivono gli stessi Amministratori, che il valore dei ricavi TV per il 2012 è un valore di stima provvisorio, in attesa del dato definitivo. Per il resto i ricavi da gare sono estremamente bassi rispetto alla capacità dello stadio, ma anche i ricavi commerciali sono in caduta libera dal 2010.
Come fonte di ricavo non resta che il Player Trading. L’Udinese insegna che per ottenere ottimi risultati dalla gestione economica dei diritti pluriennali dei calciatori bisogna dotarsi di un’organizzazione, che comporta il sostenimento di costi specifici tecnici di rilievo.
La gestione del Player Trading 2012 del Bari è in perdita, secondo gli amministratori, come già detto, la causa è da attribuire al calcio scommesse, in particolare a Masiello che ha determinato un onere da compartecipazione per Euro 3,5 milioni.
Indubbiamente, il costo del personale è sceso, come del resto gli ammortamenti dei calciatori, anche perché il valore contabile netto della rosa dei calciatori è precipitato dai circa 22 milioni del 2010 a circa 5,1 milioni del 2012.
Conclusioni.

Le previsioni per il 2013 parlano ancora di perdita. La perdita 2013 potrà essere contenuta dalle cessioni di alcuni calciatori. Le stesse cessioni dei calciatori serviranno a far fronte ai pagamenti previsti dalla rateizzazione del debito.

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