domenica 6 agosto 2017

BREVI APPUNTI SUL RENDICONTO GENERALE DELLO STATO 2016






Luca Marotta                                                                                                       [vedi anche 2019]



Il Rendiconto generale dello Stato è articolato in due distinte parti: il conto del bilancio e il conto del patrimonio.

Il conto del bilancio dimostra i risultati della gestione del bilancio, per l’entrata e la spesa distintamente per capitoli, secondo la classificazione degli stati di previsione, con riferimento alla competenza alla cassa e ai residui;

Il conto del patrimonio comprende la dimostrazione dei risultati della gestione del patrimonio dello Stato, con riferimento alla consistenza ad inizio esercizio, alle variazioni verificatesi nel corso del medesimo ed alle risultanze contabili registrate alla chiusura dell’esercizio finanziario.

Le considerazioni che seguiranno si basano sulla relazione illustrativa al Disegno di Legge del Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016, dalla quale soni stati ripresi grafici e tabelle.


Evoluzione Temporale

L’evoluzione temporale dal 2006 al 2016, evidenzia il continuo aumento delle entrate finali, al netto di accensione prestiti, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) del 3,9%. Lo stesso discorso vale per le entrate tributarie che evidenziano un CAGR, ossia una media annuale di crescita del 2,63%. In altre parole, ogni anno si aumentano le entrate tributare in media del 2,63%, per avere più risorse a disposizione per far fronte agli impegni.



Per quanto riguarda le Spese Finali, al netto delle spese per rimborsi prestiti, il 2016 evidenzia un importo inferiore rispetto al 2015, ma comunque superiore alle entrate. Anche il tasso di crescita annuale composto (CAGR), delle spese finali, nel periodo 2006-2016, è superiore a quello delle entrate finali essendo pari al 4,87%. In altre parole, ogni anno dal 2006 al 2016, le spese finali sono aumentate in media del 4,87%.

La differenza tra Entrate Finali, escluse le entrate da accensione prestiti, e Spese Finali, escluse le spese per rimborsi prestiti, determina il Saldo Netto da Finanziare.

Il saldo netto da finanziare, determinato dalla differenza tra le operazioni finali evidenzia la cifra di 11,1 miliardi di Euro, con un miglioramento di 27,8 miliardi di Euro, rispetto alle previsioni definitive e di 30,4 miliardi di Euro rispetto al 2015.

Il grafico mostra come dal 2013 al 2016, le spese finali, al netto delle spese per il debito pubblico, abbiano superato le entrate finali, al netto dell’accensione dei prestiti. Per quanto riguarda il saldo da finanziare l’importo maggiore riguarda il 2014. Importi positivi si registrano negli anni 2006, 2007; 2011, 2012. Invero, nel 2016 la forbice tra spese ed entrate finali sembra tendere a chiudersi.







Per quanto riguarda le operazioni complessive che considerano anche il ricorso all’accensione dei prestiti ed il rimborso delle passività finanziarie, nel 2016, rispetto alle previsioni definitive, sono state accertate maggiori entrate complessive, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, per Euro 16,2 miliardi e si sono impegnate minori spese, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, per 18,1 miliardi di Euro.
Il saldo tra entrate complessive di competenza e spese complessive di competenza è positivo per 57,5 miliardi di Euro. Infatti l’importo accertato per entrate da accensione prestiti è stato di 264,6 miliardi di Euro e l’importo impegnato per il rimborso prestiti è stato di 195,98 miliardi di Euro. La differenza è di 68,6 miliardi di Euro; pertanto, il saldo positivo delle operazioni complessive è dovuto essenzialmente dal maggior ricorso all’accensione di prestiti e quindi all’indebitamento.

L’avanzo primario di bilancio, pari al saldo netto da finanziare al netto della spesa per interessi, è risultato pari a 60,5 miliardi di Euro, pari al 3,6% del Pil, superiore di 27,5 miliardi rispetto a quello del 2015, con un miglioramento del 83,4%. Questo dato conferma che il costo del debito pubblico esercita un peso non indifferente sul bilancio dello Stato.

Il ricorso al mercato finanziario, pari al saldo contabile tra le entrate finali e le spese complessive, si attesta a 207,1 miliardi, con un miglioramento di 50,55 miliardi (19,6%) rispetto alle previsioni definitive, nel rispetto del limite massimo fissato dalla legge di stabilità per il 2016.

Le Entrate

Il totale delle entrate complessive di competenza, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, è stato di 845,9 miliardi di Euro, di cui 488,8 miliardi di Euro (57,8%) provenienti da entrate tributarie; 88,7 miliardi di Euro (10,5%) provenienti da entrate extra-tributarie; 3,8 miliardi di Euro (0,5%) provenienti da alienazione e ammortamento di beni patrimoniali ed 264,6 miliardi di Euro (31,3%) provenienti da accensione prestiti.




L’incidenza delle entrate finali accertate in conto competenza a rendiconto sulle entrate complessive è del 68,7%.
L’incidenza delle entrate da accensione prestiti accertate in conto competenza a rendiconto sulle entrate complessive è del 31,3%. Poiché la maggior parte di tali risorse serve a far fronte al debito, si confermerebbe l'enorme peso del debito pubblico sul bilancio dello Stato. In altre parole ci si indebita per far fronte al debito pregresso.

Le Entrate Tributarie




Le entrate tributarie accertate nel 2016 risultano maggiori per circa 1 miliardo di Euro rispetto alle previsioni definitive. Tra le entrate tributarie quelle inerenti le imposte sui redditi incidono per il 38,9% sul totale delle stesse; mentre l’IVA incide per il 29,4%.
Rispetto alle previsioni definitive, l’IVA ha segnato un miglioramento di 2,6 miliardi di Euro.

Le Entrate Extratributarie



Le entrate extratributarie accertate nel 2016 risultano maggiori per circa 10,1 miliardi di Euro rispetto alle previsioni definitive. Tra le entrate extratributarie quelle inerenti Entrate derivanti dal controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti espongono l’importo maggiore pari a 27,6 miliardi di Euro, con maggiori entrate rispetto alle previsioni definitive di 9,6 miliardi di Euro.

Le Entrate da alienazioni e ammortamento dei beni patrimoniali



Le entrate da alienazione e ammortamento beni patrimoniali e riscossione crediti accertate nel 2016 risultano inferiori per circa 1,4 miliardi di Euro rispetto alle previsioni definitive. Tra le entrate da alienazione e ammortamento beni patrimoniali quelle inerenti le vendite di beni dello Stato ammontano a 955 milioni di Euro e le altre entrate in conto capitale a 2,8 miliardi di Euro.

Le entrate da accensione prestiti.

Le entrate da accensione prestiti accertate nel 2016 risultano maggiori per circa 6,5 miliardi di Euro rispetto alle previsioni definitive. Tali entrate riguardano la gestione del debito pubblico che ha fatto segnare entrate accertate per 264,6 miliardi di Euro.

LE SPESE

Il totale delle spese complessive, al lordo delle regolazioni contabili e debitorie, è stato di 788,4 miliardi di Euro, di cui 195,9 miliardi di Euro (26,4%) per rimborso di passività finanziarie; 89,8 miliardi di Euro (11,1%) per redditi da lavoro dipendente; 259,5 miliardi di Euro (31,4%) per trasferimenti correnti ad Amministrazioni Pubbliche ed 71,6 miliardi di Euro (9,6%) per interessi passivi su redditi da capitale.

SPESE PER MISSIONE

Dall’analisi delle spese per missione emerge che la missione che ha impegnato maggiori importi è quella del “debito pubblico” che ha assorbito il 31,8% del totale complessivo, con 266,8 miliardi di Euro, seguita dalle “relazioni finanziarie con le autonomie territoriali” con 114,4 miliardi di Euro, pari al 13,4% del totale complessivo. La missione “Difesa e sicurezza del territorio” ha impegnato 20,8 miliardi di Euro.

La missione “Immigrazione, accoglienza e tutela dei diritti” ha impegnato 3,28 miliardi di Euro, pari allo 0,4% del totale complessivo. Per la missione “Ricerca e innovazione” risultano impegni per 2,9 miliardi di Euro pari al 0,37% del totale complessivo. 
La Missione “Istruzione universitaria” ha impegnato 7,8 miliardi di Euro, pari allo 0,9% del totale complessivo.

Per la missione “Politiche previdenziali” risultano impegni per 86,7 miliardi di Euro pari all’11,01% del totale complessivo. Per la missione “Politiche economico-finanziarie e di bilancio” risultano impegni per          84,5 miliardi di Euro, pari al 10,72% del totale complessivo.
Per la missione “Istruzione scolastica” risultano impegni per 44,7 miliardi di Euro, pari al 5,67% del totale complessivo. Per la missione “Diritti sociali, politiche sociali e famiglia” risultano impegni per 35 miliardi di Euro pari al 4,45% del totale complessivo.  



SPESE PER CATEGORIA ECONOMICA

Dall’analisi delle spese per categoria economica emerge che le spese correnti del Titolo I, pari a 549,6 miliardi di Euro, incidono per il 69,7% sul totale. In particolare le spese per redditi di lavoro dipendente, pari a 89,8 miliardi di Euro, incidono per l’11,4% sul totale. I Trasferimenti correnti ad Amministrazioni Pubbliche risultano pari a  259,5 miliardi di Euro ed incidono per il 32,9% sul totale. I Trasferimenti correnti ad Amministrazioni Centrali ammontano a 10,13 miliardi di Euro, con un’incidenza dell’1,3%; I Trasferimenti correnti ad Amministrazioni Locali ammontano a 127,4 miliardi di Euro, con un’incidenza del 16,2%; I Trasferimenti correnti ad Enti di previdenza ammontano a 121,9 miliardi di Euro, con un’incidenza del 15,5%.



Il TITOLO II- SPESE IN CONTO CAPITALE, pari a 42,8 miliardi di Euro, incide per il 5,4% sul totale.
Il TITOLO III- RIMBORSO PASSIVITA' FINANZIARIE, pari a 195,9 miliardi di Euro, incide per il 24,9% sul totale.

SPESA PER MINISTERO

L’analisi della spesa per Ministero mostra come il Ministero dell’Economia e delle Finanze sia il primo per la spesa corrente con 312,7 miliardi, pari al 56,9% della stessa, seguito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con 118,2 miliardi di Euro, pari al 21,5% della spesa corrente. Il ministero dell’Istruzione si colloca al terzo posto con 52,3 miliardi di Euro, pari a 9,5% della spesa corrente. Il Ministero dell’Interno con 24,3 miliardi di Euro, pari al 4,4% della spesa corrente totale, precede il Ministero della Difesa con 19,1 miliardi e il 3.5% della spesa corrente totale.



Per quanto riguarda la spesa in conto capitale al primo posto si trova sempre il Ministero dell’Economia e delle Finanze con 21,27 miliardi di Euro, pari al 49,7% della spesa in conto capitale complessiva. Al secondo posto figura il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con 7,36 miliardi di Euro, pari al 17,2% della spesa in conto capitale complessiva. Il ministero dello Sviluppo Economico è al terzo posto con 6,25 miliardi e con un’incidenza del 14,6%.
Il Ministero della Difesa evidenzia una spesa in conto capitale di 2,16 miliardi, con un’incidenza del 5,1%.

Per quanto riguarda il rimborso delle Passività finanziarie al primo posto si trova sempre il Ministero dell’Economia e delle Finanze con 195,6 miliardi di Euro, pari al 99,8% della spesa in conto capitale complessiva.

GESTIONE DEL PATRIMONIO

Il Conto generale del patrimonio per l’esercizio 2016 evidenzia un peggioramento patrimoniale di 39,55 miliardi di euro, poiché le passività risultano aumentate di 63,92 miliardi di Euro e le attività risultano aumentate di 24,37 miliardi di Euro.



L’eccedenza complessiva delle passività, al termine dell’esercizio, ammonta a 1.797.971 milioni di euro.

Le attività finanziarie presentano un aumento complessivo di 18,8 miliardi di euro, passando da 657.1 miliardi di euro a 675.9 miliardi di euro, mentre le passività finanziarie risultano incrementate di 63,9 miliardi di euro, passando da 2.721 miliardi di euro a 2.784,9 miliardi di euro.
In dettaglio, si rileva

LE ATTIVITA’

Le attività finanziarie ammontano a 675,9 miliardi di Euro e costituiscono il 38,5% del totale delle attività. Le attività finanziarie sono composte da: Azioni quotate per 8.8 miliardi di Euro; Azioni non quotate per 65,7 miliardi di Euro; Altre partecipazioni  per 189,7 miliardi di Euro; Quote dei fondi di investimento per 135 milioni di Euro; Crediti per 343,28 miliardi di Euro; Anticipazioni attive per 67;5 miliardi di Euro e Altri conti attivi 638 milioni di Euro.
Le Attività non finanziarie prodotte ammontano a 306.8 miliardi di Euro e incidono sul totale dell’attivo per il 31,1%.
Le Attività non finanziarie sono costituita da Capitale fisso per 131 miliardi di Euro; Scorte per 85 milioni di Euro e Oggetti di valore per 174, 9 miliardi di Euro.

Il Capitale fisso riguarda: Abitazioni per 1,15 miliardi di Euro; Fabbricati non residenziali per 35.2 miliardi di Euro; Beni immobili di valore culturale per 21,7 miliardi di Euro; Altre opere per 4 miliardi di Euro; Diritti reali di godimento su beni altrui per 114 milioni di Euro; Impianti, attrezzature e macchinari per 3,86 miliardi di Euro; Mobili e arredi per 636 milioni di Euro; Materiale bibliografico 66 milioni di Euro; Mezzi di trasporto per 2,25 miliardi di Euro: Armi e armamenti militari per 48,2 miliardi di Euro; Equipaggiamenti e vestiari per 10,8 miliardi di Euro ; Strumenti musicali per 3 milioni di Euro; Coltivazioni ed allevamenti per 3milioni di Euro; Altri beni materiali prodotti per 2,7 miliardi di Euro; Beni immateriali prodotti per 137 milioni di Euro.

Da evidenziare che le armi e gli armamenti militari costituiscono il 4,9% del patrimonio dello Stato Italiano.

Le Altre Attività non finanziarie non prodotte ammontano a 4.24 miliardi di Euro ed incidono per lo 0,4% sul totale dell’attivo. Tali attività riguardano Terreni per circa 4 miliardi di Euro e Giacimenti per 167 milioni di Euro.



LE PASSIVITA’

Le passività totali aumentano del 2,3%, da 2.721 miliardi di Euro a 2.785 miliardi di Euro. Nel 2012 le passività totali erano pari a 2.513 miliardi di Euro.
Le passività sono composte esclusivamente da Passività finanziarie.

A loro volta le Passività finanziarie sono composte da Debiti per 2.748 miliardi di Euro e Anticipazioni passive per 37 miliardi di Euro.

I Debiti risultano aumentati di 64,58 miliardi di Euro da 2.683 miliardi di Euro a 2.748 miliardi di Euro.
I debiti sono composti dal Debito fluttuante per 154,5 miliardi di Euro; Conti correnti per 306,28 miliardi di Euro; Incassi da regolare  per 4,6 miliardi di Euro; Altre gestioni per 144,8 miliardi di Euro; Residui passivi per134.423 miliardi di Euro; Debiti redimibili per 1.766 miliardi di Euro; Debiti diversi per 236.7 miliardi di Euro.



Raccordo

La variazione patrimoniale negativa di 39,55 miliardi di Euro è dovuta alla Variazione apportata al patrimonio dall'esercizio del bilancio per 57,51 miliardi di Euro (dovuta all’avanzo di gestione del 2016); alla Variazione negativa dipendente dalle operazioni patrimoniali con riflessi sul bilancio per 65,493 miliardi Euro e alla Variazione netta negativa verificatasi negli elementi patrimoniali per 31,566 miliardi di Euro.

Il peggioramento apportato al patrimonio dalla gestione del bilancio è dato dalla differenza tra entrate accertate con il bilancio, dedotti i riflessi patrimoniali, che ammontano ad un importo pari ad euro 578.973 milioni di euro e le spese impegnate, depurate dei movimenti patrimoniali, che ammontano ad un importo pari a 586.956 milioni di euro causando un peggioramento di 7.983 milioni di euro. Tale risultato si ottiene anche sommando l’avanzo di 57.510 milioni di euro con l’eccedenza delle entrate sulle spese per movimenti patrimoniali pari a 65.493 milioni di euro.

Al peggioramento apportato al patrimonio dalla gestione del bilancio di 7.983 milioni di euro bisogna aggiunge la Variazione netta negativa verificatasi negli elementi patrimoniali per 31.566 milioni di Euro, ottenendo il peggioramento patrimoniale complessivo di 39.550 milioni di euro.

Quindi, la gestione dell’esercizio finanziario 2016 ha prodotto un peggioramento patrimoniale complessivo di 39.550 milioni di euro, scaturito dalla differenza tra l’eccedenza passiva di 1.758.422 milioni di euro registrata al 31/12/2015 e l’eccedenza passiva registrata al 31/12/2016 di 1.797.971 milioni di euro.

Conclusioni

Per quanto riguarda la gestione patrimoniale risulterebbe che il disavanzo o deficit patrimoniale di 1.798 miliardi Euro sia dovuto ai debiti, ed in particolare ai debiti redimibili pari a 1.767 miliardi di Euro.
Per quanto riguarda il conto del bilancio risulterebbe che l’avanzo di 57,5 miliardi non è stato sufficiente a produrre effetti positivi sulla gestione patrimoniale.

Indubbiamente, il debito pubblico ha un peso rilevante sia nella gestione patrimoniale che nel conto del bilancio. 

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